
Pubblicato su La Provincia del 30 dicembre 2006
Progettare, partecipare, crescere
Elezioni primarie [in Italia]Le elezioni primarie sono una competizione elettorale attraverso cui gli elettori o i milanti di un partito politico decidono chi sarà il candidato di un partito o di uno schieramento politico per una successiva competizione elettorale.
In Italia le elezioni primarie non sono previste o regolamentate per legge, come avviene negli USA. Il primo caso di elezioni primarie di rilievo nazionale si è avuto il 16 ottobre 2005, allo scopo di scegliere il candidato Presidente del Consiglio dei Ministri della coalizione di centrosinistra, L'Unione per le elezioni politiche tenutesi nella primavera del 2006. L'esordio italiano delle primarie ha visto la partecipazione di più di 4 milioni di persone e la vittoria (con circa il 74% dei consensi) di Romano Prodi fra i sette candidati disponibili, prevalendo su quattro segretari di partito e due esponenti indipendenti. Clemente Mastella ha affermato che si è sopravvalutato il numero dei partecipanti. Il sistema di voto usato è stato quello di "una testa un voto" a scrutinio segreto. Potevano partecipare alle primarie anche gli stranieri residenti in Italia e le persone che compivano i 18 anni entro la data delle elezioni politiche, il 13 maggio. In precedenza si erano già tenute delle Elezioni Primarie per decidere il candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del 2005 in Puglia, tra Francesco Boccia e Nichi Vendola, con la vittoria di quest'ultimo, che vinse poi anche le elezioni, diventando Presidente della Regione. Più tardi l'esperimento delle Primarie fu ripetuto dal centrosinistra in vista delle elezioni amministrative italiane 2006: per la scelta del candidato alla Presidenza della Regione Sicilia, Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992, sconfisse Ferdinando Latteri, rettore dell'Università di Catania; anche a Milano il candidato Sindaco per l'Unione fu scelto con il metodo delle primarie e l'ex questore Bruno Ferrante prevalse sul Premio Nobel Dario Fo. In italia questo tipo di elezioni non ha alcun valore legale, anche se molti esponenti politici, considerandolo un modo diretto di partecipazione dei cittadini, ritengono necessario estenderne il più possibile l'utilizzo. Tuttavia, in Toscana esiste una legge, la cosiddetta "legge 70", che consente formalmente ai partiti di tenere elezioni primarie per la scelta dei candidati in ambito regionale. Gli unici ad avere usufruito di questo strumento sono stati finora i Democratici di Sinistra, in occasione delle elezioni regionali tenutesi in Toscana nel 2005.Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_primarie
IL PARCO DEL SAN MARTINO….. COSI’ LONTANO…COSI’ VICINO!Per maggiori informazioni: Soc.Ortofloricola Comense tel.031.531705 – e-mail: info@ortofloricola.it; Associazione Iubilantes tel. 031.279684 - e-mail: iubilantes@iubilantes.it
Percorso storico e naturalistico nel parco dell'ex Ospedale Psichiatrico S. Martino
APPUNTAMENTO: ingresso VIA CASTELNUOVO 1 (EX OPP)
ORARIO: 19.45 di Giovedì 29 giugno 2006
ENTI PROMOTORI: Associazione Iubilantes, Luoghi non Comuni, Società Ortofloricola Comense
OBIETTIVO: contribuire a diffondere la conoscenza e la tutela di questa sentinella verde della città per valutarne l’eventuale possibilità di fruizione da parte della cittadinanza, in particolare come polo di educazione ambientale al servizio dell’utenza giovanile.
EVENTO: in tempi diversi, attraverso un suggestivo percorso botanico, Tino Tajana dell’associazione Iubilantes ripercorrerà storicamente le funzioni fondamentali svolte dalle strutture che compongono la cittadella, Emilio Trabella della Società Ortofloricola Comense darà voce al parco,Vito Trombetta e Mauro Fogliaresi dell’associazione Luoghi non Comuni guideranno al Bosco delle Parole Dimenticate. Momenti musicali accompagneranno le tappe più significative della serata a ingresso libero. In caso di cattivo tempo, la serata sarà rinviata a data da destinarsi.
Continua su Salviamo le rive di Blevio >>Un tratto di riva in cambio di una piscina. Si vuole vendere un pezzo di territorio di grande valore paesaggistico e culturale per ottenere in cambio una attrezzatura di scarso valore, da inserire in un parco storico che verrebbe a sua volta gravemente danneggiato. Con una sola operazione si perderebbero due beni preziosi, pretendendo di trarne un beneficio per la comunità. L'Amministrazione Comunale di Blevio (Como) ha avviato la procedura di una Variante di PRUG (LR 23/1997 e LR 12/2005, art.25) denominata Piano Attuativo Compendio Villa Belvedere. Il proprietario è Achille Locatelli; i progettisti sono l’architetto Marco Gerosa ed il geometra Massimo Colombo. La Variante è stata adottata dal Consiglio Comunale il 12 aprile 2006. Le operazioni previste dalla Variante/Piano Attuativo sono tre:
- Incremento volumetrico della Villa Belvedere di 550 mc circa ovvero il 10% del volume esistente;
- Vendita della spiaggetta Belvedere col suo percorso di accesso previa cambio di destinazione urbanistica;
- Costruzione di un “lido” con piscina (”comunale”) come compensazione (pagamento) per l’acquisizione del terreno pubblico, come previsto da apposita convenzione; stima dell’intervento € 850.000.
pseudo Manzoni da “Le Promesse mancate” ovvero “Storia della finestra infame”«Tra l'altre distinzioni e privilegi che erano stati loro concessi, per compensarli di non poter esser all’altezza, c'era anche quello di stare in un quartiere a parte. Quel lato dell’edificio era sovente frequentato da alcuni tra loro, scellerati di professione, molti de' tanti, che, in que' tempi, e co' loro sgherri, e con l'alleanze d'altri scellerati, potevano, fino a un certo segno, ridersi della folla e delle leggi. Il nostro manoscritto non li nomina e senza parlar inoltre del casato. Un giorno, Costoro, da una finestrina che dominava un cortiletto di quel quartiere, avendo veduta la folla animosa passare o girandolar 1ì, certamente per ozio, allettati anzi che atterriti dai pericoli e dall'empietà dell'impresa, s’affacciarono e attendevano senza gran sospensione, come avesse a finire quella burrasca, lontano però dal sospettar che dovesse cader così spaventosamente addosso a loro. Qualche galantuomo precorse di traverso la folla, per avvertirli di quel che li sovrastava. I commessi, attirati già dal rumore sulla porta, guardavano sgomentati lungo la strada, dalla parte donde il rumore veniva avvicinandosi. Mentre ascoltano, vedon comparire la vanguardia: in fretta e in furia, si porta l'avviso a Costoro: mentre questi pensano a fuggire, e come fuggire, un altro viene a dirgli che non è più a tempo. I commessi ne hanno appena tanto che basti per chiuder la porta. Metton la stanga, metton puntelli, corrono a chiuder le finestre, come quando si vede venire avanti un tempo nero, e s'aspetta la grandine, da un momento all'altro. L'urlìo crescente, scendendo dall'alto come un tuono, rimbomba nel vòto cortile; ogni buco della casa ne rintrona: e di mezzo al vasto e confuso strepito, si senton forti e fitti colpi alla porta. Solo allora, affacciandosi quasi in sospetto, Costoro s’accorsero di quel che stava davvero succedendo lì sotto e, al richiamo insistente della folla che li aveva scorti far quasi capolino, si mostrarono. La folla allora gridò: - Assassini, assassini, dimissioni, dimissioni – e poi ancora – Pace, pace – con grande confusione di idee e di voci eppur ferma e quasi immobile ad attendere una qualsivoglia risposta. I militi di giustizia ch'ebbero per primi l'avviso di quel che accadeva, spediron subito a chieder soccorso al comandante del castello il quale mandò alcune guardie. L'ufiziale che li comandava, avendo osservato il comportamento di Costoro, non sapeva che partito prendere. Lì sotto non era altro che una, lasciatemi dire, accozzaglia di gente varia d'età e di sesso, e tuttavia pacifica che stava a vedere. All'intimazioni che gli venivan fatte, di sbandarsi, e di dar luogo, rispondevano con un cupo e lungo mormorìo, ma nessuno si moveva. Avvenne a quel punto che tutti, soldati, guardie e pure i commessi con assieme la folla intera sollevarono come sorpresi lo sguardo verso la vetrata finestra dietro la quale, come fantasmi, Costoro sembravano curiosare. All’improvviso il corteo fermò il suo lento ondeggiare, le mille voci tacquero e vi fu un lungo silenzio. Gli sventurati sorrisero.»
MOBILITÀ URBANA / LE ULTIME SCOPERTE. Ingorgo al computer. Come si rendono più intelligenti le dinamiche del traffico? E' quello che studia la Fisica delle Città. Una nuova scienza che ci riguarda tutti.
Insomma, il solito bollettino di guerra. Da noi continuo a vedere penzolare gli striscioni dell'ACI messi vicino alle scuole con il segnale di pericolo ^Attenzione! Bambini!^. Conoscevo i segnali ^Mucche^ (Alto Adige), ^Cervi^ (passo dello Stelvio)^. Forse esiste anche ^Pecore^(Barbagia?). Ma che i bambini fossero un pericolo, questa poi ... forse le assicurazioni ...?Da Repubblica.it: Diminuiscono i morti sulle strade europee. Lo scorso anno i decessi sono stati 41 mila, 8 mila in meno rispetto al 2001. [...] Quanto a numero di morti, le strade italiane non sono molto differenti da quelle dei partner europei, con un discreto aumento della sicurezza riassunto dalle cifre: oltre 5600 vittime nel 2004, un migliaio in meno rispetto al 2001, e una percentuale di decessi per numero di abitanti in piena media Ue. [...] Secondo lo studio della Commissione, nei quindici vecchi paesi dell'Unione le strade urbane sono più pericolose rispetto alle autostrade, con il 67% degli incidenti verificatisi all'interno delle mura cittadine.
La vera alternativa allo stato di cose esistente consiste nel dichiarare «area protetta» il bene pubblico rappresentato dalle strade urbane, e di sottoporle a vincoli rigorosi che garantiscano la salvaguardia delle sue funzioni più proprie; così come l'istituzione di aree protette (i parchi) affronta e risolve il problema della salvaguardia dei beni naturalistici assai meglio di quanto abbiano fatto le enclosures: sia dal punto di vista del valore - non solo ambientale, ma anche economico - delle risorse, che, ovviamente, da quello dell'equità. Dichiarare le strade urbane area protetta significa vietarle al traffico privato: cioè a tutti quei veicoli che non svolgono un servizio pubblico o di pubblica utilità: caratteristiche, queste, che vanno valutate e negoziate in modo mirato, caso per caso, e che possono variare nel tempo e a seconda delle circostanze; una valutazione e una negoziazione che rientrano tra i compiti di assoluta priorità delle autorità che hanno in carico la gestione del territorio.
Leggetelo tutto, ne vale la pena.
che futuro può avere una città di meno di 80.000 abitanti, in buona parte anziani? È una questione improrogabile. La risposta più semplice è dire che non sarà più una città. Almeno ci fosse qualcuno che teorizza questo, cioè Como città impostata solo sui servizi, sulle attività pubbliche, sulla cultura e il divertimento. Bisognerebbe dargli contro, però sarebbe almeno un'idea chiara, per quanto a mio avviso impossibile da realizzare. Invece tutti vogliamo una città viva, abitata e abitabile, accogliente e aperta alle novità del nostro tempo e assistiamo impotenti al fatto che si vada nella direzione esattamente opposta ai nostri desideri.Il dubbio sulle politiche sociali e territoriali comasche resta: ma "abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio" (Giuda, 22).
Li sculacciavano, li minacciavano, li costringevano a rimangiare i bocconi che avevano sputato, li chiudevano a chiave in uno sgabuzzino buio. Maestre cattive. E le loro piccole vittime: dodici bambini dai 18 mesi ai 3 anni, iscritti in un micronido nella periferia nord est della città, tra Precotto e Crescenzago. È diventata una stanza degli orrori quell'unica classe aperta a settembre al piano terra di una materna comunale. Con due «orchi» e un'eroina a salvare le sorti dei bambini: una bidella coraggiosa che ha deciso di reagire. Ha preso il telefonino e filmato tutto, percosse e punizioni. Poi, il 19 dicembre, è andata alla polizia. Pochi giorni di indagine, condotta dal pm Marco Ghezzi (tra i testimoni, la terza maestra che ha confermato tutto), e lunedì sono scattati i provvedimenti: il gip Giovanni Verga ha disposto per le due giovani donne (intorno ai 25 anni, una laureata in psicologia, l'altra con un diploma di assistente sociale) il «divieto di dimora» per il reato di percosse. In sostanza, le educatrici non potranno entrare né lavorare in quell'asilo. Il pm aveva chiesto al gip una misura più severa: gli arresti domiciliari con l'accusa di maltrattamenti aggravati.Non so se - come accusano i Ds - questo sia il risultato della privatizzazione che il Comune di Milano ha da anni messo in atto sui molti servizi sociali: certo c'è da chiedersi se e quali garanzie vengano chieste alle cooperative che gestiscono gli asili nido, quale formazione abbiano gli operatori, quale ruolo giochi l'attenzione all'infanzia nella graduatoria delle priorità dell'amministrazione comunale. Sorridente, l'assessore all'Infanzia, Bruno Simini, invita, giustamente, a non criminalizzare "tutta la categoria delle educatrici", mettendo l'accento sul fatto che la segnalazione sia arrivata dall'interno, ossia da una bidella. Il sistema, conclude, ha (o, meglio, avrebbe) quindi dato buoni risultati:
Lo dimostra il fatto che i genitori incontrati ieri mattina dai miei dirigenti erano all'oscuro di tutto. alcuni hanno addirittura fatto il regalo di Natale alle due maestre indagate.A parte il fatto che se il "il sistema" è quello dell'affidamento in outsourcing [tradotto in italiano, esternalizzazione] dei servizi comunali, è proprio "il sistema" ad aver dato pessima prova di sè, a parte la tristezza di non leggere nelle dichiarazioni dell'assessore una sola riflessione sull'opportunità di verificare l'idoneità della cooperativa a proseguire il servizio in questione, mi chiedo: ma davvero l'iniziativa deve partire da una bidella? E' possibile che nessuno a casa si sia accorto di niente, che i bambini a casa fossero sereni, che si comportassero normalmente? "Com'è andata oggi, signora maestra?" "Il solito. Ha fatto un po' di capricci, come tutti, non lo facciamo più, vero Mariolino?" "Mariolino, saluta la maestra" "Non saluta ... mi scusi" "Non fa niente, tanto ci vediamo domani, vero Mariolino?"
Riflessioni interessanti, anche se di un altro pianeta.Chi fino a oggi ha scelto un Suv nella presunzione (legittima per carità, almeno a giudicare dalle dimensioni di queste auto) che i bambini potessero viaggiare lì sopra protetti nel migliore dei modi sbaglia: l'Ospedale per bambini di Filadelfia ha infatti appena dimostrato - con un ponderoso studio pubblicato su "Pediatrics", rivista leader al mondo del settore - che i bambini che viaggiano su un Suv corrono gli stessi rischi rispetto a quelli che viaggiano su una normale vettura [...] Sempre secondo l'Ospedale per bambini di Filadelfia, fra Suv e normale berlina alla fine il bilancio di sicurezza è pari. E per chi non ci credesse sulla rivista "Pediatrics" ci sono una marea di dati a suffragio di questa tesi, dati che arrivano dall'analisi dettagliata su 72 mila bambini fino a 15 anni di età coinvolti in incidenti stradali.
La Città Possibile è un'associazione che opera per nuove politiche degli spazi urbani e promuove la cittadinanza attiva attraverso interventi di progettazione partecipata. Nata a Torino, è presente a Como e a Udine, oltre che a Torino stessa. Questo blog è un'appendice del sito di Como, che a sua volta contiene molti - ma non tutti - dei materiali prodotti dall'associazione. Trovate maggiori informazioni su www.cittapossibilecomo.org. Per contattare La Città Possibile, visitate la pagina Contatto.