giovedì 1 giugno 2006

Spazio ai giovani

Una bella pretesa
I giovani non hanno spazi. Hanno asili, hanno scuole, hanno discoteche suvvia che cosa vogliono di più? Quali e quanti altri spazi pretendono? E per farne cosa? Luoghi ove depositare macerie di istruzione? Antri dove nascondere vecchi vizi? Perimetri nei quali rinchiudere eterne immondizie? Volumi vuoti pieni di cioè? Niente di personale – s’intende – ma i cosiddetti “Spazi giovanili” non sono un gran modello di efficienza, di concretezza o di elaborazione cultural-sociale. Sono spazi e questo – si suppone – basta sia a chi li chiede sia a chi li dà. Ai giovani è sufficiente averli e agli adulti (dopo infinite tiritere) concederli serve per dimostrare apertura (mentale), capacità d’intenti, senso democratico, spirito di novità e attenzione. Balle! I giovani vogliono spazi dagli adulti (e massimamente dagli amministratori pubblici) per una questione di principio (generazionale, si potrebbe dire) e senza mai presentare un vero “progetto” d’uso: troppo impegnativo elaborare qualcosa che poi – prima o dopo – si dovrà mantenere. “Vogliamo fare musica” dicono anche se nessuno veramente sa suonare oppure: “Vogliamo esprimere la nostra creatività” o anche: “Per relazionarci fuori dagli schemi consueti” sono “concetti” che stanno alla base di molte richieste. Si capisce che la sostanza non è quella; che la domanda non è genuina; che la pretesa è un’altra e procede da quella vecchia concezione del rapporto tra cittadino (giovane) e la (vecchia) pubblica amministrazione: pretendere. Lo spazio concesso per meriti d’età non deve essere un diritto e soprattutto non deve diventare uno spreco perché costa e perché, distribuendolo a casaccio o sotto la spinta di una situazione contingente, diventa uno spreco. Magari potrebbe essere – e meglio – destinato ad altri. La violenza delle richieste (vogliamo!) e la demagogia delle risposte (ecco… figlioli) rivelano un rapporto sterile, diseducativo, inutile. Del resto, se ci fosse veramente un bisogno (per suonare, dipingere, cantare, ballare…) un giovane intelligente lo spazio lo trova da sé; se ci fosse una politica intelligente gli spazi esisterebbero numerosi e già da tempo occupati. Ma queste due “intelligenze” non fanno parte della stessa linea e il cerchio – purtroppo non si chiude.
di Gerardo Monizza
:: da comoin-azione

2 commenti:

Anonimo ha detto...

VOI DITE CHE é COSI'?
SICURI CHE QUELLO DI CUI PARLATE COSTITUISCA IL PRESENTE?

Anonimo ha detto...

su alquni punti posso darvi ragione,però anche gli adulti fanno cose che non servono.
e poi se tutti ragionassero come voi non esisterebbe nessun progetto.
perchè da quello che leggo,secondo voi se un progetto è fatto da un giovane e già un fiasco in partenza,di ciò vi sbagliate e molte volte pensanto cosi giudicherete male un progetto già in partenza senza sentire ragioni.
a noi giovani dico,continuate a fare progetti e motivateli in modo giusto,e mandateli a buon fine e manteneteli nel tempo per far tacere la gente che pensa cosi di noi.

 
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