giovedì 15 gennaio 2009

Se Bruni non ci crede, chiuda «Agenda 21»

La Provincia, 13 gennaio 2009
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«Se Bruni non ci crede chiuda «Agenda 21»

Preg.mo direttore, la "Big Pause" di Agenda 21 Como: il signor Menegon, che è persona garbata, ci offre, nella sua lettera pubblicata il 3 gennaio questa efficace immagine per definire il lungo periodo di letargo in cui sono caduti tutti gli attori di questo grande processo partecipativo molto poco partecipato. Se qualche lettore interessato all’argomento volesse saperne, potrà trovare alcune notizie in merito direttamente sul sito del Comune che ha una voce dedicata proprio ad A21, home page riquadro in centro, quarta riga, ma si accorgerà presto, sfogliando le varie pagine, che queste, polpose all’inizio del processo (anni 2002-2003) si fanno via via scarne ed infine proprio striminzite! Come definire altrimenti le due paginette alla voce "programma 2006/07" che riportano le 2, dicansi due, Azioni individuate dall’Amministrazione Comunale, a fronte delle 66 ideate dagli attori partecipanti al primo Piano d’Azione del Comune di Como? Cos’è successo, cos’ha interrotto questo processo che nasce virtuoso e rischia di terminare colposo? Vari eventi. Il primo fra tutti, le dimissioni da direttore scientifico del dott. Bartesaghi, e la successiva assunzione di tale ruolo da parte dell’assessore D’Alessandro. Poi una serie di incomprensioni tra sindaco, assessore ed attori, emerse al momento della votazione del nuovo Regolamento del Forum di A21, approvato il 9 ottobre 2006 e specificatamente in ordine al numero dei componenti del Comitato di Presidenza. Contro il parere dell’assessore D’Alessandro, il 13 marzo 2007 il Forum approvava la nomina dei quattro rappresentanti dei gruppi di lavoro: Bartesaghi, Mazza, Vavassori, Pavone, ma toccava al sindaco farsi parte diligente ed avviare l’iter di completamento del Comitato, procedendo alla nomina dei restanti membri: i tre assessori ed i due consiglieri comunali (maggioranza/minoranza) delegati. Poi le dimissioni da presidente del Forum dell’ottimo e competente dott.Villani. Poi il fermi-tutti in attesa delle le elezioni comunali. Poi il subentro all’assessorato all’ambiente del (già ex) nuovo assessore, Diego Peverelli Dopo questi affanni, i quattro sperduti membri del Comitato, insieme redigono e poi inviano, in data 27 settembre 2007, una lettera al buon Peverelli (ma sul sito alla voce "contatti" c’è ancora il recapito dell’assessore D’Alessandro ... ma non si parlano?) e per conoscenza al sindaco Bruni, che chiede: il rilancio di A21, la designazione del nuovo presidente, degli assessori e dei consiglieri delegati. Dopo oltre sei mesi, non avendo ottenuto risposta, i quattro portavoce si rivolgono al dirigente responsabile, il dott. Russi che, con l’usuale squisita cortesia, si era offerto di rinnovare per loro le richieste all’assessore ed al sindaco. A 15 mesi dall’invio della prima lettera, nessuna risposta è pervenuta. No, il signor Menegon non è l’unico indignato, lo è anche la scrivente, che è una dei quattro portavoce ed ha partecipato ai lavori del gruppo "ciclo integrato delle acque" e "natura e biodiversità", e proposto con Angelo Vavassori, Marco Castiglioni e Alberto Bracchi, a nome dell’associazione «La città possibile Como », alcune delle azioni poi recepite dal piano d’azione. Agenda 21 è un processo che si fonda sulla partecipazione, la comunicazione, la condivisione di competenze e conoscenze su base volontaria; si fonda anche sul reciproco fair play e sulla reciproca fiducia, tende a far emergere dal tessuto sociale positività spesso mortificate. Il dott. Bruni non era obbligato ad avviare tale processo, l’ha fatto, ora ha verso i vari stakeholders intervenuti, e verso la città tutta, un obbligo istituzionale. Si rammenta che il Forum è permanente e tale resta fino a quando non viene ufficialmente chiuso. Vuole farlo? E’ forse questo il suo intento? Lo dica onestamente, dica che non ci ha mai creduto, che non avrebbe voluto metterci neanche mezzo soldo (quelli che ha messo finora sono arrivati dallo Stato) oppure che ritiene che le altre 64 Azioni, adottate dal consiglio comunale ormai tre anni fa, non sono realizzabili o che non ci sono i fondi per attuarle. Lo faccia, perché altrimenti, tacendo, legittima il sospetto che questa prolungata inerzia sia voluta e coltivata con lo scopo di logorare la pazienza e l’iniziale entusiasmo dei 144 partecipanti, per poi far ricadere su di loro la responsabilità della chiusura di questa esperienza. Se non è vero quanto affermo, faccia un atto conseguente: nomini i membri mancanti e convochi il Forum. Egli ha anche, e non meno, un obbligo morale da onorare, perché non si sottoscrivono solenni documenti di adesione alla Carta di Aalborg ed alla Carta di Ferrara, per poi disattenderli.

Cesara Pavone

membro del Comitato di Presidenza di Agenda 21 Como.

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La lettera di Cesara Pavone pubblicata su La Provincia del 13 gennaio 2009 è disponibile qui in formato pdf:

Logo Acrobat: indica che il documento è in formato PDF La Provincia 13.1.2009

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Direi che l'Amministrazione Comunale di Como non ha mai effettivamente creduto in Agenda 21. Nemmeno quando ha deciso di sottoscrivere la Carta di Aalborg e quella di Ferrara. Non importa chi sedeva sulla poltrona di Sindaco o di Assessore, l'atteggiamento era sempre lo stesso: le firme sui documenti procurano interviste, reportage, pagine sui giornali e servizi alla radio ed alla televisione. Se poi i fatti non arrivano...chissenefrega. D'altronde, cosa è stato fatto con la Ticosa? Fuochi d'artificio e cerimonie in occasione dell'abbattimento, a cui sono seguiti i problemi di smaltimento dei detriti (...i detriti dove li metto, dove li metto non lo so...), la bonifica dell'area che non si sa bene se, chi, come quando, chi pagherà...e avanti così.

 
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