martedì 14 luglio 2009

Quando la stupidità non ha confini

Torino, Parco Dora, nel condominio nasce un muro anti-bambini

da http://torino.repubblica.it/

[di Diego Longhin]

Al posto dell'altalena e dello scivolo una rete metallica che spezza in due il cortile per dividere i buoni dai cattivi, per evitare che i bambini delle famiglie popolari si mischino con gli altri, con i proprietari degli alloggi del palazzo di fronte. Una lotta durata mesi, tra assemblee che votano a larga maggioranza la costruzione di muri e petizioni con centinaia di firme. E alla fine la rete che divide bimbi e grandi è stata piazzata per separare in due il cortile comune dei palazzi di corso Rosai 38, costruito dalla cooperativa San Pancrazio, e 44, edificato della cooperativa Di Vittorio.

Due condomini recenti, davanti all´Ipercoop, sulla Spina 3, realizzati con la riqualificazione dell´intera zona per le Olimpiadi del 2006. I problemi sono nati dopo, quando al civico 44 il Comune ha iniziato ad assegnare i primi alloggi popolari in linea con le politiche dell´assessore alla Casa, Roberto Tricarico: «Basta con i ghetti, meglio il mix sociale».

Un mix che a lungo andare, soprattutto con gli ingressi degli ultimi mesi, non ha convinto i residenti del numero 38 che sono ex soci della San Pancrazio e proprietari degli alloggi costruiti dalla cooperativa, al contrario degli inquilini della Di Vittorio, tutti in pratica affittuari. Il tutto è partito dal fracasso classico che fanno i bambini quando giocano nel cortile, dove dovevano essere montate altalene e scivoli mai arrivati. «Tu non puoi venire da questa parte», ha incominciato a dire qualcuno rivolgendosi ai più piccoli. Poi un pallone finito sul balcone, un vetro rotto e qualche scherzo di troppo. E da quello che poteva sembrare un rimbrotto si è passati a litigi pesanti tra i genitori dei due palazzi, a parole grosse, ad assemblee dove il 60 per cento dei proprietari del 38 hanno votato la costruzione di un muro. Ora c´è la rete metallica, un rimasuglio del cantiere che gli ex soci della San Pancrazio hanno trovato il modo di riutilizzare. «La situazione sta degenerando - dicono le mamme che vivono al numero 38 - quelli che vivono dall´altra parte non ci vogliono. Questo doveva essere il giardino di tutti e due i palazzi, ma non si sono mai visti i giochi». E un´altra mamma aggiunge: «Perché non possiamo convivere? Perché noi viviamo in case date dal Comune e loro invece se li sono comprati gli alloggi?».

La rete non ha placato i litigi, mentre i bambini si guardano da una parte all´altra delle maglie senza capire il perché di tanto odio. I ragazzi più grandi provano anche a scavalcare, vogliono continuare a giocare con gli amici dell´altro palazzo, anche se c´è il rischio che qualche grande li placchi e che scoppi un diverbio. Imbarazzato Pasquale Cifani, presidente della coop San Pancrazio e vicepresidente della Di Vittorio: «L´unica cosa che possiamo fare - spiega - è rimuovere la recinzione, visto che è di nostra proprietà. Si trattava di un rimasuglio del cantiere. Lo faremo al più presto». Rimane però il problema. I proprietari del civico 38 hanno votato in assemblea per dividere il cortile, se possibile anche con un muro. «Se lo vogliono dividere possono farlo. Nessuno lo può impedire: è nel loro diritto. Ma lo facciano a loro spese e non utilizzando materiale che apparteneva alla cooperativa».

(14 luglio 2009)

10 commenti:

nsu prinz ha detto...

Questa è una, fra le tante, cronache orribilis che mette in imbarazzo l'appartenere al genere adulto. Certi muri, a certa gente, ne riempie di gioiosa pacatezza l'esistenza. Forse vivono dentro un uovo Kinder.

Lorenzo Spallino ha detto...

Ma anche qui - tanto per non essere da meno - ci danno dentro di brutto:

Gerenzano, il diktat dell'assessore leghista: "Non vendete o affittate a
extracomunitari"

nsu prinz ha detto...

Sì, l'avevo letta, ma l'avevo collocata tra le "cose normali", come infilare tot x-com a mò di buoi in un monolocale a 300€ Cad, chiedergli la busta paga per avere la fidejussione sull'affitto ed altre finezze, cose ordinarie (lo fanno in molti) e guai a parlarne ( l'evasione fa comodo). Il muro tra bambini è da Nobel. "La rete non ha placato i litigi, mentre i bambini si guardano da una parte all´altra delle maglie senza capire il perché di tanto odio. I ragazzi più grandi provano anche a scavalcare, vogliono continuare a giocare con gli amici dell´altro palazzo..." mi angoscia. Ma davvero. Non vorrei essere "uno di quei bambini", giuro, un altro ma non uno di loro. Una cicatrice nella innocenza inferta da una mandria di genitori inqualificabili. L'uovo Kinder, il nuovo habitat ideale moderno, ed ai ragazzi zac, via la primaverile innocenza e gioia che tanto son piccoli e che cacchio vogliono? Le dita mi battono nervose sulla tastiera, avendo figli ed essendo stato figlio questa veloce rivoluzione all'ingiù si pone tra l'angoscia ed il nervoso pronto a scattare, e mi domando allora quali pensieri e quali azioni uno debba avere ed esercitare per avere una quiete, rientrante per diritto nella cose della vita, da elaborare e passare ad altri in un moto perpetuo. Mi fermo qui che sennò m'inca**o

Lorenzo Spallino ha detto...

Mmmmmmm ... se ^il tutto è partito dal fracasso classico che fanno i bambini quando giocano nel cortile^, non credo siano i genitori ad aver voluto la rete, ma gli anziani senza figli. Posso sbagliarmi ma, lo dico per esperienza, sono loro che non tollerano che si sgarri al regolamento di condominio, sesto mistero glorioso della nostra esistenza di cittadini, utenti, condomini.

nsu prinz ha detto...

Ce li vedo pure loro "por vegett", ma l'attenzione m'era scappata sul "si è passati a litigi pesanti tra i genitori dei due palazzi". Cmq, "il cortile" parrebbe essere a rischio... quindi decidiamoci, o si fan figli e si fanno i cortili, o niente figli e niente cortili, ma i cortili senza bambini sono lo specchio dell'anima insofferente di chi abita quei palazzi. Arrivare all'intolleranza da schiamazzo è, ma lo è già da tempo grazie ad una visione urbanistica che ora non commento, un segnale da guardare con attenzione. E mi sa che genera mostri. Come il sonno della ragione.

nsu prinz ha detto...

Ah, i regolamenti condominiali, dimenticavo. Secondo me, con la dovuta preparazione, meritano un post ad hoc. Propongo da qui in avanti di racimolarne un po', scannerizzarli e farteli avere così li pubblichi: lì ci troviamo altre meraviglie dell'encefalo umano. Secondo me una chicca da non perdere, almeno ridiamoci sopra ;-)

nsu prinz ha detto...

non so se mi spiego....
questo del '35
Art.26
L’ascensore funziona ininterrottamente a tutto rischio e pericolo di chi l’usa.
Fa servizio solo in ascesa e per l’accesso agli appartamenti, eccetto i casi comprovati di persone in età avanzata o affette da infermità.
Non possono usufruire dell’ascensore i ragazzi fino agli anni 13 se non accompagnati, le persone di servizio in genere, i fornitori, le persone affette da malattie contagiose, coloro che non fossero decentemente vestiti.

Art.28
Il consumo dell’acqua non dovrà superare i 400 litri ad appartamento.
L’acqua calda verrà pagata in base al consumo.
Durante la stagione estiva e cioè dal 1° giugno al 1° ottobre, la temperatura rilevata dal termometro del riscaldatore (ebollitore) non dovrà superare i 40 centigradi.
A richiesta della maggioranza dei condomini o qualora il consumo importasse una spesa eccessiva, l’Amministratore dovrà disporre che la caldaia venga accesa limitatamente a 3 giorni per settimana.

Art.29
Il calorifero sarà tenuto acceso dal 15 Novembre al 15 marzo in modo da dare negli appartamenti una temperatura costante di 17°.
Se nel periodo di normale accensione la temperatura esterna alle ore 10 a Nord del caseggiato superasse i 10°, l’Amministratore dovrà ordinare che la pressione sia ridotta.

Art.30
E’ assolutamente proibito destinare gli appartamenti ad uffici per enti pubblici, ad affitta camere professionali, ambulatori, sanatori, gabinetti per cura di malattie infettive, pensioni, ristoranti ed in genere di farne uso contrario alla moralità, alla tranquillità, alla decenza, ed in genere al buon nome del caseggiato.

Anonimo ha detto...

Il “muro” è giusto!
I condomini che vogliono il “muro” hanno il sacrosanto diritto a voler preservare l’integrità della loro proprietà dagli eventuali danni prodotti dai pargoli tuirbolenti confinanti e a voler difendere la propria tranquillità dalla loro molesta chiassosità .
Abbiamo di fronte due categorie di soggetti assolutamente incompatibili: da una parte ci sono famiglie che hanno fatto sacrifici nella vita per potersi comprare un appartamento e dall’altra parte abbiamo i privilegiati che l’hanno avuto gratuitamente grazie all’assistenzialismo comunale (ma quando la finiranno i Comuni a costruire “case popolari” e ad occuparsi invece di assicurare servizi efficienti ai cittadini?) e per di più assolutamente identici a quelli di coloro che per averli invece li hanno dovuti acquistare; logico che questa gente si senta anche beffata: case uguali sia per chi le ha pagate e per chi le ha avute “aggratis” in nome di un “egualitarismo” assurdo e mortificante per chi è costretto a subirlo.
Qui non si tratta né di “razzismo” né di “apartheid” ma legittima autotutela e per rendersene conto basta visitare un qualsiasi quartiere di edilizia popolare per constatare come gli assegnatari degli alloggi “curano” la manutenzione: aiuole distrutte, ascensori scassati, marciapiedi malridotti, campaneli guasti,spazi comuni in condizioni pietose, per non dire dei parenti “abusivi” che alcuni si portano in casa.
Quelli che l’appartamento se lo sono comprato vanno perciò capiti nel voler imporre una separazione fisica tra le due proprietà: questa è l’unica soluzione ragionevolmente applicabile senza fare torto a nessuno, giacchè ognuno degli appartenenti ai due schieramenti se ne sta a casa sua, fra i suoi simili ed i bambini più esagitati potranno far cagnara sotto le finestre delle proprie abitazioni ed eventualmente danneggiare i propri spazi comuni e non quelli degli altri.
D’altronde già dalla foto pubblicata da vari giornali si può vedere tre di questi scalmanati arrampicati come scimmie alla rete metallica nell’atteggiamento di volerla scavalcare a rischio peraltro della loro incolumità. Per i loro genitori evidentemente va tutto bene.
Quand’ero piccolo abitavo in una città del Sud e ricordo che il “separazionismo” tra bambini era una regola che veniva imposta dai genitori ai propri bambini per evitare che potessero socializzare con quelli di famiglie non gradite, specie quelle che avevano l’abitudine di “abbandonare” i propri figli in cortile per tutto il giorno il che era già indicativo dell’assenza più totale di norme civiche comportamentali. Similmente avveniva che se a scuola avevamo un compagno "rompiballe" i genitori chiedevano alla Maestra di farci cambiare banco e a noi di non "contaminarci" facendoci vedere con quello per non essere accomunato a lui e ricevere un brutto voto in condotta da parte della Maestra. Così era e nessuno trovava nulla da ridire, il “separazionismo” era una consuetudine e come tale veniva accettato senza fisime.
Io ed i miei amichetti per esempio ce ne stavamo nel nostro cortile e non andavamo mai a giocare in quello confinante che chiamavamo il cortile dei “bastasi”, così detti perché sguaiati, scurrili e rissosi; diversi di loro a scuola frequentavano le classi “differenziali” o di “aggiornamento” (per i “caratteriali” e gli “asini ripetenti”) che poi purtroppo sono state abolite quando ha cominciato a soffiare il vento dell’egualitarismo sessantottino., con la conseguenza oggi tali soggetti vengono “spalmati” in tutte le classi dove recano disturbo e creano problemi.
Ma ora per fortuna si comincia a dire basta con le “aberrazioni egualitarie” di chi pretende di voler di imporre con la forza anche a chi non è d’accordo i propri principi “livellatori” attentando così alle libertà individuali di chi vuole esercitare il proprio diritto a non voler subire l’imposizione della promiscuità e della socializzazione coatta in nome di quella libertà che andrebbe così interpretata in un solo senso.
borotti@supereva.it

nsu prinz ha detto...

Riassumo, correggimi se sbaglio.

" Quelli che l’appartamento se lo sono comprato vanno perciò capiti nel voler imporre una separazione fisica..." quello che potremmo definire il famoso rapporto di buon vicinato?
"da una parte ci sono famiglie che hanno fatto sacrifici nella vita per potersi comprare un appartamento e dall’altra parte abbiamo i privilegiati che l’hanno avuto gratuitamente grazie all’assistenzialismo comunale " come se i primi fossero gli sfigati e gli altri i fortunati...
"Qui non si tratta né di “razzismo” né di “apartheid”..."ognuno degli appartenenti ai due schieramenti se ne sta a casa sua, fra i suoi simili" ...prova a metterti d'accordo
"Io ed i miei amichetti per esempio ce ne stavamo nel nostro cortile e non andavamo mai a giocare in quello confinante che chiamavamo il cortile dei “bastasi”, così detti perché sguaiati, scurrili e rissosi" lo insegnamo a scuola, che ne pensi?
"Ma ora per fortuna si comincia a dire basta"..."l’egualitarismo sessantottino" l'uovo Kinder versione logorroica.
Borotti, sù, stappa un Crodino :-D

Anonimo ha detto...

Ma Borotti è grandissimo! E' il tizio che ha scritto questo:

"Ha semplicemente ripetuto quello che da alcuni anni molti studiosi, di destra e di sinistra, finalmente hanno trovato il coraggio di dire: LO STERMINIO DI 6 MILIONI DI EBREI E’ UNA FOLA E LE CAMERE A GAS NON SONO MAI ESISTITE ! La prima lapide esposta ad Auschwitz parlava di 4.000.000, poi rimossa con l’attuale in cui si parla di 1.500.000. Oggi si parla di 300.000. Non c’è PROVA che le camere a gas siano MAI esistite e NESSUNO è stato MAI in grado di SPIEGARE come funzionassero. Le testimonianze e le confessioni (estorte) al vinto dal vincitore NON SONO PROVE. Ciò non significa negare la persecuzione degli ebrei o negare i campi di concentramento o negare che le azioni suddette non siano state ingiuste. L’invenzione dei 6 milioni di ebrei morti nelle camere a gas è servita per giustificare la nascita di Isarele e i crimini degli Alleati: bombardamento di Dresda, Hiroshima e Nagasaki, città prive di obiettivi strategici, a guerra oramai vinta e i 700-800 mila soldati tedeschi lasciati morire di fame nei campi di concentramento Francesi ed Americani in Europa e di cui NESSUNO parla. Non hanno sofferto solo gli ebrei. borotti@supereva.it"

Lefebvriani, divide vescovo negazionista
La comunità ebraica: il Papa decida
http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_26/papa_lfebvriani_gattegna_a7d4b130-eba4-11dd-92cf-00144f02aabc.shtml

Fatevi una ricerca con stringa: "Borotti borotti@supereva.it"

 
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