martedì 13 ottobre 2009

Il gioco delle paratie


Mi sbaglierò, ma la vicenda delle paratie assomiglia sempre di più al ^dilemma del prigioniero^. Chi ha sentito parlare della teoria dei giochi, sa di cosa parlo, per gli altri suggerisco di vedere la relativa voce su Wikipedia. Per tutti ricordo che l'assunto meno immediato del dilemma è che le scelte collettive sono spesso più vantaggiose di quelle individuali. Facciamola più semplice. Chi ricorda War Games di John Badham (1983)? C'è questo ragazzino, un hacker si direbbe oggi, che riesce a convincere l'intelligenza artificiale del supercomputer della Difesa americana a non usare le armi nucleari, sfidandolo ripetutamente a tris. Dopo innumerevoli partite finite in parità il supercomputer capisce infatti che "l'unica mossa vincente è non giocare". Non voglio dire, ovviamente, che non costruire le paratie sarebbe stata la mossa migliore. Voglio dire che in questo momento mi sembra che ci siano solo due giocatori in campo, il Comune e la stampa, e che nessuno dei due è in grado di giocare altre mosse che non siano quelle frontali. Ma soprattutto mi sembra che entrambi abbiano capito che le rispettive strategie rischiano di rivelarsi perdenti nello spietato confronto con la realtà delle cose. ^Il muro verrà abbattuto^, ha affermato più volte il Sindaco. ^Giù il muro^ ha intimato la stampa. Ma il come e il quando restano, per entrambi, non detti. La stampa, che vede allontanarsi all'orizzonte il finale di una battaglia che esige immediatezza per essere spesa, ha compreso che abbattere il muro non sarà né semplice né immediato né a poco prezzo. E così ha già dato ampi segnali di voler allargare la cerchia dei responsabili: minoranze, Provincia e Soprintendenza in un crescendo di toni che prelude alla cacofonia finale dove nessuna voce sarà più udibile (straordinari gli editoriali del Corrierino sul punto). Insomma, se è stato facile per tutti gridare ^al piccone!^, il ^dov'é il piccone?^ potrebbe compromettere la madre di tutte le battaglie. Nel frattempo i lavori proseguono, variante ^Viola^ compresa, e nulla fa presagire la soluzione del problema. Forse - forse - sedersi attorno a un tavolo per cercare di capire quale potrebbe essere la soluzione condivisa che ha auspicato Antonello Passera, presidente degli albergatori, sarebbe già qualche cosa per questa città. L'alternativa è giocare all'infinito il gioco del tris con le paratie. Il problema è che non abbiamo tempo e la gente, chiamata all'adunata, potrebbe incominciare a sentirsi tradita e, soprattutto, usata. E forse non avrebbe tutti i torti.

P.S.
Per ora si è visto un solo dimissionario: è l'architetto Marco Balzarotti, che a margine di una vivace riunione dell'Ordine degli Architetti di Como, si è dimesso dalla carica di Tesoriere per divergenze con il Presidente dell'Ordine sulla vicenda paratie. Un po' poco, mi sembra.

1 commenti:

nsu prinz ha detto...

Bisognerebbe capire le divergenze su cosa vertono per capire il perchè cade un tesoriere dell'Ordine degli architetti... Mi pare che il Monti abbia espresso chiaramente il suo pensiero sulle paratie
http://209.85.129.132/search?sourceid=navclient&hl=it&ie=UTF-8&rlz=1T4ADBS_itIT319IT319&q=cache:http%3A%2F%2Fwww.corrieredicomo.it%2Ffrm_articoli.cfm%3FID%3D98456
Direi che non succederà nulla di epocale da ciò.
Sulle paratie mettiamoci comodi, quando le discussioni iniziano come sono iniziate, tra litigi e scaricabarili senza la caduta di nessuno non c'è da farsi illusioni e sarà la solita agonia. Politicamente si sta dando prova di estraneità al territorio, direi grave. Si censura grazie ai cavilli, direi grave. Non si intavola una discussione dando verbalmente garanzie sull'abbattimento del muro e sul reperimento di fondi (Bruni)atti a coprire le spese, sennò qui si finisce come con la caparra di Ticosa. Bruni non è serio e noi non siam dei fessi. A) da dove i quattrini B)quale nuovo progetto a correzione. Vien da sè che C) è poi dare una punizione e andare a correggere quegli aspetti normativi che, rispettandoli, hanno consentito un iter "regolare" e folle al tempo stesso.

 
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