martedì 23 settembre 2008

Como: una città triste a misura di traffico

Una città triste a misura di traffico. Biciclette e gioco non trovano spazio

La Provincia del 22 settembre 2008
Una città triste a misura di traffico. Biciclette e gioco non trovano spazio. Oratori esclusi, ecco l’identikit di chi vive bene a Como: maschi, adulti e motorizzati. A Como che va in bicicletta non ha vita facile

Como non sa dare uno spazio ai ragazzi per giocare a pallone. È l’impietosa analisi di qualche giovane parroco della città, confermata dall’assessore alle Politiche giovanili, il leghista Maurizio Faverio, che ammette: «Se scomparissero gli oratori non resterebbe granché ai ragazzi». Il tema è quanto mai attuale, visto il recente episodio accaduto in piazza Cacciatori delle Alpi: tre studenti del Liceo Gallio multati sabato dai vigili perché tiravano calci a un pallone. Ma questo è il risultato di una città fatta a misura di traffico. E non è un caso se dal Politecnico è stato pubblicato l’esito di uno studio che mostra quanto e come le strade cittadine siano pericolose per chi va in bici. Lorenzo Spallino, ideatore e presidente dell’associazione Città Possibile Como, di fronte a questa invivibilità, esprime un sintetico ma chiaro commento: «Dal punto di vista politico c’è ben poca attenzione verso tutto ciò che non è il cittadino maschio, adulto e motorizzato».

2 commenti:

Unknown ha detto...

Questo è il risultato di una classe politica che non ha minimamente capito come è fatta Como, con i suoi problemi di spazio, di accessibilità.
Che non ha capito che le dimensioni di Como sono decisamente più adatte alla bicicletta o alla passeggiata a piedi che ai suv.
Che le poche vie di accesso imporrebbero di potenziare, valorizzare, incentivare chi entra in città con il treno, invece che continuare la lotta (passatemi il termine) da fessi contro il mostro di metallo che arriva vicino al lago in favore di una magari futura metrotramvia che non si farà mai.
Ma cosa si può pretendere da una città che ha come risorsa maggiore il lago e permette (obbliga in realtà è il termine giusto) alle auto di scorrere in una colonna continua davanti alla piazza che si affaccia sul lago?

Lorenzo Spallino ha detto...

Osservazione giustissima: continuo a stupirmi che a Parolario l'unico oggetto posizionato correttamente rispetto al fondale è l'automobile che viene sempre posizionata con il lago alle spalle. Il resto, i libri, i relatori, la cultura, niente. Chiusi nei tendoni come indiani nelle riserve (André Malraux).

 
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