
Ieri,
28 giugno dell'anno del signore 2009, ricorrenza di
Sant'Ireneo, vescovo e martire, nemico degli gnostici, ho avuto la fortuna di essere illuminato
sul sesto mistero glorioso, in cui si contemplano i poteri attribuiti ai Vigili di Como quando si tratta di elevare multe. Nel tardo pomeriggio di una domenica estiva, caratterizzato dal vivace parcheggiare in ogni luogo e in ogni dove di moto di media e grossa cilindrata che gioiosamente affollano strade e marciapiedi sul lungo Lario Trieste a Como, contribuendo così ad una sano rallentamento di ogni altro veicolo dotato di ruote, passeggini e biciclette comprese, ho avuto la fortuna di imbattermi in un'auto di pattuglia dei suddetti Vigili che, per l'appunto, pattugliava, l'ingresso del suddetto lungo Lario Trieste. Essendo casualmente presenti anche i Vigili stessi, in numero di due, mi sono permesso di chiedere a costoro se le numerosissime moto che sostavano a ridosso dei vari cartelli di divieto di sosta riducendo a una sola corsia (o canna, come si usa dire in questi giorni pedemontani) la già ridotta viabilità locale, non fossero, per l'appunto, in divieto di sosta. Giustamente, ma stupido io a chiederlo, mi è stato risposto dal Vigile n. 1 che siccome i posti per le moto non bastavano, esse si erano, per così dire "
allungate un po'" (cito testualmente). Affermazione alla quale ho, d'istinto, replicato che, se così è, la prossima volta che non troverò un posto per la macchina mi ^allungherò^ un po' anch'io, senza preoccuparmi del divieto di sosta. Sbagliavo perché, mi ha corretto il vigile n. 2, socio anziano del suddetto Vigile n. 1,
i Vigili hanno il potere di non elevare multe per ragioni di forza maggiore. A questo punto definitivamente sragionando, ho esclamato: "Caspita! Ma questa è una notizia da mettere sul giornale!". Al che il suddetto Vigile n. 2, accomiatandomi, mi ha salutato dicendo: "
Sul giornale ci finiamo noi se gli diamo le multe!". Ah, beata ingenuità, la mia!